Ginestra e cemento

Ginestra e cemento

«Il libro parla di un viaggio, di treni e stazioni. Di città, anche. Ma soprattutto di sentimenti che in quei momenti sentivi in quelle città. Le città sono complementari a quei sentimenti e non viceversa. E capitato che nelle città della mia vita ho provato delle cose e avuto dei pensieri e quando rivedo quei posti li rivedo proprio in relazione alle emozioni che ho provato. Nel libro ci sono treni e stazioni e case e alberghi e in quei viaggi una donna che mi accompagna. Ci sono uomini e donne anche ma soprattutto è la memoria che ritorna che non è semplicemente ricordo. La memoria ti appartiene sempre e per sempre e ti accompagna fino in fondo. Il filo conduttore, dunque, è la .memoria. che quei luoghi producono. Una vita senza memoria non può essere definita vita e quello che è stato nessuno mai potrà cancellarlo. Vive con te, sempre. E ti cambia le giornate. Magari te le condiziona anche. Città come involucri o contenitori di emozioni che ho vissuto e di sentimenti o idee nate esattamente in un determinato contesto. E poi se non esiste un luogo dove appoggiare le tue idee che senso ha l'esistere? Avevo bisogno di un contenitore dove conservare quello che sono stato e quello che sono e una città, le città, mi sembravano il posto migliore per farlo. In un libro c'è chi lo scrive ma c'è anche chi lo legge e magari riesce a provare le stesse cose di chi l'ha scritto...». (Pasquale Licursi)
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