Mare Hibericum. Considerazioni canonistiche sulla spartizione alessandrina dell'Oceano Atlantico

Mare Hibericum. Considerazioni canonistiche sulla spartizione alessandrina dell'Oceano Atlantico

Tale il peso (nell'inoltrato Quattrocento) della crisi dei Dominati moreschi del Nord Africa e della Penisola iberica e tale - d'altro verso - il concomitante rafforzarsi delle Monarchie di Spagna e Portogallo, da indurre questi eminenti Potentati a trarre giovamento - ciascuno a proprio modo - da una siffatta congiuntura. C'è che - da tempo - s'erano impegnati i Regni iberici nel programma militare e politico di strappare ai Saraceni ogni residua supremazia sul mare oceanum. E rispondeva alla logica teo-politica del tempo che - a legittimazione delle rispettive acquisizioni oltre-marine - intervenisse per sua parte una eminente sanzione pontificia: quale formalizzata in via ufficiale dalla Sede Apostolica di Roma al tempo delle scoperte oltre oceaniche di Cristoforo Colombo e del concomitante compimento del periplo dell'Africa. Vien, anzi, da parlare d'una duplice partizione atlantica: l'una di tipo "longitudinale" («de polo ad pohim») largamente favorevole alle ragioni ispaniche, e perciò seguita da energiche doglianze portoghesi poi approdate ad una concomitante partizione, di tipo - stavolta - latitudinario, volta a salvaguardare le ragioni lusitane al di sotto d'un certo parallelo, col risultato conclusivo (poi dovuto rivelarsi di determinante rilevanza geo-politica) d'una sorta di «quadri-partizione dell'Atlantico».
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