Breve trattato sul lecchino

Breve trattato sul lecchino

Attraverso la storia e la letteratura – da Aristotele a Dante, da Machiavelli a Musil – Antimo Cesaro descrive il ritratto impietoso di una creatura immortale: il lecchino. «Antimo Cesaro espone l'esagesi d'una delle più praticate vocazioni dell'Homo sapiens» - Giuseppe Marcenaro, Il Venerdì “Il lecchino è sintesi sublime di disposizione e arte, di natura e cultura, di attitudine e abilità, di genio e capacità organizzativa. Quest’essere straordinario deve dimostrare di possedere e coltivare una virtù fondamentale: la pazienza. Egli sa di dover leccare oggi per incassare domani. A furia di ingoiare rospi, sorridere a comando, applaudire e leccare scarpe e altro, con modestia, senza fiatare, il lecchino assumerà via via posizioni di sempre maggiore rilievo nell’ambito di un ministero, di un’università, di un movimento politico, di un ordine professionale. Proprio al raggiungimento del culmine della carriera si consuma il dramma esistenziale del nostro Campione: si renderà conto di non avere più a disposizione scarpe o natiche per le quali valga veramente la pena adoperarsi.”
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