Amianto. Storia di un serial killer

Amianto. Storia di un serial killer

Un marchio di fabbrica, un'impronta. L'esposizione all'amianto può portare con sé tracce indelebili. Fibrosi polmonare (asbestosi), lesioni pleuriche e peritoneali, carcinoma bronchiale e mesotelioma pleurico: se una di queste patologie compare non ci sono dubbi, l'esposizione c'è stata. E non c'è una dose minima al di sotto della quale possiamo essere sicuri di non ammalarci. Lo ha ribadito la Commissione europea il 14 aprile 2009, rispondendo a un'interrogazione scritta presentata dall'eurodeputato comunista Willy Meyer Pleite. Solo in Italia ogni anno muoiono 4.000 persone a causa di mesoteliomi e asbestosi. Nel nostro paese la fibra killer ha lasciato dietro di sé una lunga scia di morti, sia nelle città dove erano presenti fabbriche per la produzione di Eternit (l'esempio più noto è quello di Casale Monferrato) sia nei cantieri navali, ma ha fatto vittime anche tra coloro che non avevano mai lavorato né in una fabbrica né tantomeno nel settore dell'edilizia. Semplici cittadini, con l'unica colpa di essere nati troppo vicino a una discarica abusiva o inconsapevoli dirimpettai di tettoie pericolose. Tutte persone a cui, nella maggior parte dei casi, è stata negata anche una semplice pensione d'invalidità e gli indennizzi che spettavano loro di diritto.
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