Disordine

Disordine

"Disordine" è un testo che nega ogni possibilità di dialogo interiore, privato. Luigi Pestalozza lo ha concepito come una divagazione da leggere ad alta voce, ribelle alla logica del dominio che impone al pensiero di affrontare e praticare le cose una alla volta, secondo un ordine stabilito. Attraverso la forma della contestualità il libro spazia dalla politica alla musica, rifiutando le connessioni concettuali preordinate in favore di una logica mutevole rispondente alla volontà del testo - e del suo autore - di stare dentro le cose del mondo (musicale e non) per esprimerne la diversità e contribuire a cambiarle. Attraverso "Disordine" il lettore ha dunque modo di esercitare la mente alla sperimentazione della complessità e della contestualità del mondo, vero punto d'inizio del movimento reale che abolisce lo stato di cose presente.
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