Un mondo di cronisti, inquisitori, castrati, sante

Un mondo di cronisti, inquisitori, castrati, sante

La violenza del potere, la prepotenza dell'uomo sull'uomo, l'intolleranza verso il diverso: temi che hanno attraversato la storia dell'umanità e che l'autrice ripropone attraverso quattro testi teatrali. Storie ambientate in epoche diverse, ma congiunte da un filo invisibile in grado di attraversare i secoli, legando gli uomini del passato a quelli del futuro. Dal conclave di Viterbo del 1271 alla festa di Santa Rosalia di Palermo del 1738, passando per il Giubileo e la caccia alle streghe del XVII Secolo, gli uomini e le donne rimangono assoluti protagonisti delle vicende narrate, mettendo a nudo i propri pregi, vizi, debolezze e peccati. I personaggi diventano quindi vero e proprio specchio della condizione umana, dove il susseguirsi delle ere non riesce a modificare, nel profondo, l'anima degli uomini. Con grande padronanza del linguaggio, l'autrice passa abilmente da uno stile solenne a uno comico, dipingendo con maestria personaggi e vicende. Assisteremo così all'omicidio di Enrico di Cornovaglia in Un cuore che non trema; scopriremo i peccati di una locandiera, di un mendicante, di un cantante e di un frate in Io sono un virtuoso; seguiremo l'interrogatorio di una donna accusata di stregoneria in Cumparuzzu; ascolteremo, infine, il monologo di una Santa in attesa di essere trasportata in processione per le vie di Palermo, in Il miracolo di Santa Rosalia.
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