Amiche mie isteriche

Amiche mie isteriche

«Angela Putino ha lasciato un'eredità in denaro contante, secondo l'espressione di Georg Simmel. Il suo pensiero non ci è stato consegnato dentro l'involucro protettivo di formule e teorie firmate, ma nella forma di un fluido e diramato processo di trasmissione che avveniva su scene ogni volta diverse. Raccogliendosi in disparte nel corpo a corpo intimo con un testo di Simone Weil, di Cantor, di Foucault, di Deleuze e di molti altri o inseguendo "mongole travestite da mongoli su montagne lontane"; nell'incontro con amiche filosofe e altre impegnate in politica o in varie attività; nella scuola di filosofia, nella redazione di una rivista, nei vari luoghi di discussione e militanza instancabilmente creati e partecipati. In questi spazi di esperienza si svolgevano scambi generosi e pugnaci che non temevano l'anonimato o il "collettivo", e insieme lasciavano passare fulminee intuizioni frutto di una mira tanto precisa sulla cosa stessa da recare l'inconfondibile impronta di Angela. Oggi, dieci anni dopo la sua morte, questo irripetibile modo di essere e di pensare viene riconosciuto e speso in molti modi.» (dalla postfazione di Laura Boella)
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