Minima viralia. La solitudine non solitaria di un antropologo in quarantena

Minima viralia. La solitudine non solitaria di un antropologo in quarantena

"La mia giornata tipo: mi alzo verso le 7.30, bicchier d'acqua a digiuno, caffè solo, mail, lettura di quattro giornali online, colazione caffellatte pane e marmellata, kiwi, ordino casa, Facebook (litigo con Agamben e Joker), letture varie (Odissea, Calypso), musica varia (la 2 di Mahler), ginnastica, occhiata su Netflix, disegno, scrivo sul block notes (poco), mi cucino pasta e pomodoro, qualche telefonata, chat, wapp, pennichella, gioco a palletta, lettura (Kongo, Kazari), jazz blues 7 per una solitudine non solitaria anni Quaranta-Cinquanta, due episodi Netflix (The Sinner), yogurt e biscotti, rilettura rapida dei giornali, mail, Odissea (i Feaci), dormicchio, Facebook, wapp, iphone, agretti e fontina per cena, Montalbano o due Netflix, a letto con Odissea (poche righe). 23.30."
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