Dittici. Filosofi tra parole e immagini

Dittici. Filosofi tra parole e immagini

Il libro comprende cinque dittici, ossia coppie di saggi, relativi ad altrettanti filosofi: Benjamin, Deleuze, Foucault, Agamben, Didi-Huberman. L’indagine verte in particolare sul rapporto che essi hanno instaurato con la letteratura e le arti visive. Per quanto riguarda quest’ultimo campo, vediamo Benjamin ispirato da un quadro di Klee, Foucault affascinato dalle opere di Manet, Didi-Huberman alle prese con una scultura di Giacometti. Ma i testi letterari non sono meno attrattivi per i filosofi: ecco dunque Deleuze che, assieme a Guattari, legge le opere di Kafka, Foucault che indaga su quelle di Brisset, Agamben che interroga gli scritti di Mallarmé. Più in generale, a essere in causa è il nesso tra linguaggio filosofico e immagini (intese sia come opere d’arte visiva, sia come figure evocate solo tramite le parole). Ad accomunare i pensatori in questione, infatti, c’è l’idea che la filosofia non costituisca un ambito separato, chiuso su se stesso, ma sia parte integrante di una cultura e di una storia ben più vaste e multiformi.
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