Base zero dopo il male
In un mondo che sembra inesorabilmente scivolare verso rinnovati orrori bellici e una natura sempre più furiosa nelle sue catastrofiche manifestazioni - terremoti devastanti, pandemie cicliche, l'ombra inquietante del cancro e delle centrali atomiche, fino al ribollire di rivolte globali - la felicità appare un miraggio lontano. Con uno sguardo lucido e analitico, Mauro Gregori ci introduce nella realtà di Base Zero, dove una équipe di scienziati, isolati in una stazione di ricerca in Groenlandia, si trova ad affrontare uno scenario ipotetico ma fin troppo plausibile: la drammatica escalation di tutte le emergenze negative che l'incoscienza umana sembra aver irrimediabilmente scatenato. Una visione catastrofista, certo, ma che pulsa di un interrogativo cruciale: esiste ancora un barlume di speranza in questo cupo orizzonte? Eppure, sullo sfondo di queste disastrose vicende collettive, si snodano le intime storie personali di alcuni personaggi che, con una tenacia commovente, sentono l'urgenza irrefrenabile di abbracciare la propria umanità, inseguendo sogni d'amore e coltivando progetti per un futuro incerto. Ma in questo scenario apocalittico, un futuro è ancora un'ipotesi percorribile? È questo il potente interrogativo che l'autore solleva attraverso le intricate e spesso drammatiche disavventure di un'umanità fragile, sospesa sull'orlo del baratro. Una lettura che scuote le coscienze e interroga la nostra capacità di invertire una rotta che appare sempre più segnata.
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