Fottuta borghesia
Roma, anni '90. Quartieri borghesi che nascondono il marcio sotto il tappeto, amicizie tossiche che si stringono come catene, e un senso di smarrimento che si trasforma in sopravvivenza. Alessandro Bellomarini ci trascina in una storia senza veli, tra illusioni di grandezza e cadute rovinose, attraverso la parabola di Fabrizio: un'anima nera, un veleno che avvelena tutto ciò che tocca, un'ombra che si allunga fino a divorare il futuro. Ma "Fottuta borghesia" non è solo la storia di Fabrizio. È un romanzo ruvido, cinico, ipnotico, che mescola autobiografia, romanzo di formazione e noir, raccontando senza pietà il volto più oscuro della giovinezza. Uno stile tagliente, un ritmo cinematografico e una scrittura che lascia senza fiato come un pugno alla bocca dello stomaco. Bellomarini dipinge un affresco impietoso di un'epoca e di un ambiente sociale che continua a lasciare cicatrici. Un libro che turba, coinvolge e non lascia scampo.
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