Il grande buio
Mistero, qualcosa di oscuro, inafferrabile eppure tremendamente familiare. Una sensazione che provoca spaesamento, un turbamento dai contorni sfuggenti, il germe dell'arcano che seduce e affascina: questo è il perturbante. Non aggettivo, ma sostantivo, quasi fosse un'entità, una presenza. Dieci storie, ognuna delle quali cerca di afferrarne le possibili forme, prova a raccontarne gli improvvisi svelamenti. Una riunione di condominio è la scena, non di un crimine, ma della fine del mondo; una donna racconta del suo essere madre e il ricordo porta a un omicidio; marito e moglie fanno la solita passeggiata in montagna ma stavolta c'è qualcosa o qualcuno insieme a loro; una coppia di ospiti convive con un odore nauseabondo mentre il padrone di casa che li ospita è partito alla ricerca della propria compagna; un uomo è svegliato nel bel mezzo di una notte estiva, in strada qualcuno sta giocando a tennis, il poc, poc, poc della pallina è il richiamo verso l'ignoto. C'è poi chi dà un nome all'ignoto, è uno dei protagonisti, lo chiama "il grande buio", dice che avvolge e permea il nostro mondo. E quando affiora, inghiotte. Enrico Macioci porta il lettore nelle zone d'ombra del quotidiano, dove i confini tra luce e oscurità possono essere sinuosi e terrificanti. La sua scrittura fervida e avvolgente apre vuoti inaspettati e regala vertigini. E sembra chiederci: voi il grande buio l'avete mai scorto, sapete cos'è?
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