Zia
Zia è un dichiarato romanzo contro la famiglia e le sue costrizioni. A parlare per Veridiana sono il fuoco della pazZia, la repressione dell'infanZia e la soppressione di ogni forma di acrobaZia: Per Veridiana la vita familiare è una successione di meri adempi-menti. Egregia e solo in parte sedata dalla sua storia, si percepisce come un'occupante senza posto, nel mondo e in famiglia. La madre di Veridiana, Mariarca, le nega di farsi chiamare Mamma sin da bambina. Il bisogno è di puliZia, la tecnica è la razZia. Il mondo che Veridiana conosce e a cui risponde, è prosciugato dalla televisione, dalla vacuità, dalle maschere, dall'ignoranza, dagli sfinteri più bassi e dagli spettri di voci precise e topologiche che sembrano foderare un unico spazio psichico. Alla parola topologico lei ride di gusto o potrebbe spaccare le cose in casa o in cucina. Le azioni che la muovono mirano a un digiuno della soggettività. Il risultato è Zia.
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