Tango delle ore piccole

Non esiste un'informazione documentata sulla vita di Carlos Gardel. Non si hanno certezze su possibili amori, figli naturali, lutti e altri incidenti che non sono mancati ad altri artisti della sua epoca. Il fatto è molto curioso per un personaggio eminentemente pubblico, il massimo idolo della canzone ispanoamericana di questo secolo. E' impossibile credere che Gardel non avesse una vita sentimentale significativa, soprattutto avendo cominciato la sua carriera artistica negli ambienti dei bassifondi di Buenos Aires, dove il tango era relegato nella seconda decade del secolo, e avendo frequentato, nel corso dei suoi ultimi anni di grande divo, gli ambienti dell'aristocrazia europea e dell'alta società di New York, dove champagne e cocaina non scarseggiavano mai [...] Quanto alla mia intenzione in questa commedia, non c'è nessuna pretesa di chiarire il mistero. Quando Joao Rui Medeiros mi ha cercato nel 1984 per scrivere un musical su Gardel, origine del presente lavoro, ho pensato che sarebbe stato interessante tentare un'illustrazione del mondo poetico di Gardel, più che una biografia. Fu autore delle sue canzoni più famose, in coppia con Alfredo Le Pera. Il suo universo è popolato, soprattutto, di creature vinte, di tradimenti perdonati, di ritorni al primo amore. Non c'è rancore che duri a lungo all'interno della sua concezione, perché guarda la gente con comprensione e da pari a pari. Non se ne pone mai al di sopra. Io mi riterrei soddisfatto se questa speciale caratteristica si ritrovasse espressa dalla mia storia, inventata, sì, come aneddoto, ma con pretesa di autenticità nell'illustrazione dello spirito gardeliano. (Dalla nota di Manuel Puig)