Stelle del firmamento e altre commedie

Manuel Puig si è dichiarato spesso scrittore di ascendenza realista: "Quando lavoro a un romanzo, è il desiderio di conoscere la realtà, di ricrearla, a spingermi al lavoro". Affermazioni di questo tipo non possono essere messe in dubbio quanto ai suoi romanzi, che sono sempre rigorose analisi di personaggi variamente inseriti nella quotidianità. Ma, venendo alla produzione teatrale, le cose cambiano. Proprio perché tratta dall'omonimo romanzo, Il bacio della donna ragno è commedia percorsa da un coerente filo di realismo scenico. Stelle del firmamento e Trieste rondine maschio - le altre commedie qui presentate e concepite direttamente per la scena - rifuggono, invece, da ogni trattamento realista. Già nelle righe iniziali di Stelle del firmamento, lì dove viene tratteggiato lo sfondo su cui si svilupperà l'azione, leggiamo: "Nulla è realista; tutto è stilizzato". Nel caso di Manuel Puig, lo scrivere per il teatro coincide soprattutto con uno scrivere attraverso l'allegoria, la metafora, la stlilizzazione del linguaggio e dei suoi contenuti. Anche questa volta, è l'autore stesso ad ammetterlo: "Il realismo, per me, va sempre associato a metodi analitici di lavoro, come quelli cui ricorro nei miei romanzi, che siano Il tradimento di Rita Hayworth o Sangue di amor corrisposto. Nel teatro, quello che mi coinvolge di più è scrivere stilizzando. E scrivere stilizzando significa abbandonare il realismo: disegnare metafore, allegorie della realtà, più che sue fedeli rappresentazioni". Quali nuclei di significato, allora, si collocano alla base di Stelle del firmamento e di Trieste rondine maschio? Quali sono le materie prime su cui ha agito il trattamento allegorico? A titolo di indicazione, mi limiterei a suggerire che in Stelle del firmamento sono i poteri dello sguardo altrui a determinare l'intreccio. C'è un voler guardare se stessi che la vince sul voler guardare se stessi attraverso gli altri. Non un personaggio che desideri conoscere: vogliono tutti [...]