Casa d'altri e altri racconti

Casa d'altri e altri racconti

"La domenica viene dopo sei giorni. Ed è per questo che la chiamano festa. Poi una notte successe qualcosa". 'Casa d'altri', il lungo racconto che apre il libro, è la storia di un'attesa, il resoconto narrato in prima persona di un "tentativo di avvicinamento"; ed è il capolavoro di Silvio D'Arzo, una fra le più originali e indipendenti figure del Novecento italiano, con la sua poetica modernissima e uno stile personale, asciutto e antinaturalistico, permeato delle lezioni degli scrittori anglosassoni. A un curato di campagna, di uno sperduto borgo sull'Appennino emiliano dove "non succede niente di niente", capita di fare un incontro che promette di vincere la monotonia della vita del paese, del ripetersi sempre uguale dei gesti e delle abitudini: una vecchia solitaria e cupa, senza storia e senza affetti, non curante degli altri, "un uccello sbrancato", a sua volta ignorato da tutti. Quella selvatichezza pacata, che pare nascondere una risoluzione o un'azione occultata, suggestiona il prete, ed egli cerca di farsi rivelare quello che sospetta un segreto esistenziale. La donna a sua volta lo mette alla prova e in un colloquio lo interroga sulla legittimità di derogare a una "regola" della Chiesa cattolica. Quale, lo si scoprirà solo alla fine del racconto; intanto il lettore si trova coinvolto in una vicenda dal ritmo sempre più serrato, in un intreccio di tensioni e conflitti, fra pagine dense insieme di concretezza e lirismo, con echi ed evocazioni di un mondo interiore, nel suo svelarsi doloroso e pudico. Lo stesso clima di attesa incalzante si ritrova negli altri racconti qui riuniti: Elegia alla signora Nadier, Due vecchi, Un minuto così. Nei temi comuni della solitudine, dell'isolamento, della "diversità", dell'alienazione dell'uomo nella società contemporanea, c'è la disperazione lucida e modernissima di vivere il proprio tempo e il proprio posto come "casa d'altri".
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