Un anno di cose ultime
Dallo sguardo delle icone immobili nel silenzio delle chiese bulgare fino alle piscine di Oplontis sepolte dalla furia del Vesuvio, dal suono della risata oggi spenta dell’amica Connie fino ai volti resi immortali dai ritratti d’artista, il passato si offre agli occhi del poeta come «un paese inesplorato» e seducente, e il ricordo come il «dono» puro e inestimabile «della dimenticanza». Profondamente evocativa e al contempo esatta, la poesia di Ondaatje riesce a fondere ciò che eravamo e ciò che siamo, nello stesso modo in cui i remoti lidi dell’arte e gli affetti scomparsi continuano a plasmare il mondo intorno a noi.
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