Riccardo II. Testo inglese a fronte

Riccardo II. Testo inglese a fronte

Composto tra il 1595 e il 1596, Riccardo Il è il terzo dei sette drammi che compongono il ciclo delle "Storie inglesi" ("Enrico VI", "Riccardo IIl", "Riccardo II", "Re Giovanni", "Enrico IV", "Enrico V" ed "Enrico VIII") e il primo di una tetralogia che comprende la prima e seconda parte dell'"Enrico IV" e l'"Enrico V". Riccardo è un esteta, più incline a meditare e poetare sulla sua natura di sovrano che a occuparsi di problemi di governo, proprio mentre l'Inghilterra sta attraversando una grave crisi politica. Incapace di imporre la propria autorità ai nobili faziosi e di accattivarsi la simpatia dei sudditi, egli subisce il fascino della personalità dirompente e risoluta del cugino Enrico di Lancaster, soprannominato Bolingbroke, che pure egli sente come una minaccia. Riccardo lo esilia, così, con un futile motivo per ben "sei rigidi inverni" dall'amata Inghilterra. Ma Bolingbroke, sostenuto da un gruppo di nobili ribelli, torna in patria, sconfigge il re e dopo averlo fatto rinchiudere nel castello di Pomfret, dove sarà fatto assassinare, viene incoronato re Enrico IV. Ultimo re medievale, Riccardo basa la difesa della propria infallibilità sulla sua investitura divina. La sua deposizione e condanna a morte ha il sapore di un sacrilegio foriero di gravi rivolgimenti, come profetizzerà il vescovo di Carlisle. Enrico IV è, al contrario, nella visione di Shakespeare e degli elisabettiani un re moderno, la cui ascesa al trono non è dovuta tanto a un diritto divino o a un rovescio di fortuna quanto alla sua ambizione. Dramma complesso e di impianto ritualistico - la scena della deposizione corrisponde a quella cerimoniosa dell'incoronazione e ha quasi la solennità di una messa, tanto che Riccardo si paragona a Cristo - è nel linguaggio e nel tono un'opera prevalentemente lirica, per molti versi più vicina a Romeo e Giulietta che agli altri drammi del ciclo storico. L'atteggiamento di Shakespeare nei confronti delle fonti non è critico, bensì in lui prevale lo studio della psicologia dei personaggi e la ricerca di una giustizia poetica dietro la brutalità degli eventi. Note di Gabriele Baldini.
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