Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi

Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi

Fiorentino di parte guelfa, contemporaneo di Dante, Dino Compagni è, con la "Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi", uno degli esponenti più vivi del Trecento letterario. La sua opera, posta a lungo in oblio per i suoi spiriti di parte, fu riscoperta fra Sette e Ottocento, nella scia del culto che l'età romantica dedicò a Dante e alle memorie dei liberi Comuni. Rivivono in essa, evocati con drammatica incisività, gli stessi moti politici, fatti, personaggi che la "Commedia" poeticamente trasfigura: dalla battaglia di Campaldino alle lotte fra i Cerchi e i Donati, dalle trame di Bonifacio VIII alla calata di Carlo di Valois, fino al trionfo dei Neri in Firenze: un mondo epico, tramato di odi e di passioni implacabili, in cui si consuma la crisi del Medioevo al suo tramonto. "Diario di una sconfitta scritto da uno sconfitto", la "Cronica" ne rimanda gli umori aspri e dolenti, proponendosi non come fredda disamina di eventi, ma come rievocazione appassionata, in cui la deprecazione si mescola al sarcasmo, il compianto all'invettiva e all'ironia: una prova vivissima, un documento che serba nel tempo il suo valore di eccezionale testimonianza storica e umana.
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