La lingua della poesia in Italia 1815-1918

La lingua della poesia in Italia 1815-1918

Con le ragguardevoli eccezioni di Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio, qui si rivisita un lungo Ottocento tanto screziato quanto malnoto, almeno di questi tempi: da Giovanni Berchet, padre fondatore del particolare Romanticismo italiano, alle sconvolte "poesie-prosa" che Clemente Rebora spediva dalle trincee della Grande Guerra. In mezzo, tanta poesia in vario modo popolare del Risorgimento - da Carrer a Fusinato, Mameli, Mercantini, Dall'Ongaro - e poi quella sperimentale dell'Italia unita, dove spiccano gli scapigliati e isolati di forte estro come Riccardi di Lantosca e Vittorio Berteloni. Questo, in buona parte, è anche il terreno in cui nasce la decisiva rivoluzione linguistica pascoliana. E sempre qui ci si può imbattere, di tanto in tanto, in qualche piccolo fiore inaspettato o dimenticato.
Momentaneamente non ordinabile

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

Lungo le vie del cuore
Lungo le vie del cuore

P. M. Calvi, E. Sempi, B. Girardi, Antonio Girardi
Unità della vita. Scritti teosofici
Unità della vita. Scritti teosofici

P. Moschin Calvi, E. Sempi, Antonio Girardi