Trevico-Cinecittà. L'avventuroso viaggio di Ettore Scola

Trevico-Cinecittà. L'avventuroso viaggio di Ettore Scola

Questo volume nasce nell'ambito del consueto 'Evento speciale', manifestazione parallela alla Mostra di Pesaro, giunta ormai alla sedicesima edizione. Uno sguardo particolare e affezionato, anche quando critico, sul cinema italiano, che ha permesso di indagare interi decenni della nostra cinematografia o di ripercorrere l'opera di attori, sceneggiatori, registi. Non poteva mancare, in questa galleria cinematografica italiana, Ettore Scola, non solo uno degli autori italiani più prolifici, ma anche un noto sceneggiatore che ha legato il suo nome a registi come Pietrangeli, Risi, Bolognini, Loy, Steno, Camerini, Lizzani, Zampa. Scola sceneggiatore, dunque - che con Ruggero Maccari costituisce una delle più famose coppie cinematografiche -, Scola regista, ed anche Scola produttore - sia dei propri film, sia di giovani autori - è un filo rosso con cui si può percorrere la storia d'Italia dall'inizio degli anni Cinquanta a oggi. L'attività di Ettore Scola è poliedrica: disegnatore raffinato e vignettista, sceneggiatore, soggettista, collaboratore ai dialoghi altrui, creatore di idee in coppia e in team, regista di cinema di profondità e d'arte, documentarista militante, intellettuale 'engagé', mentore di giovani cineasti, produttore di nuovi talenti, 'ministro ombra'. L'impressione è che ci si trovi di fronte a un intellettuale a tutto tondo, grande scrittore di cinema, cineasta raffinato anche quando, paradossalmente, adotta le chiavi del cattivo gusto, 'metteur en scène' di grande talento anche se mette la grammatica filmica al servizio della narrazione; ma al tempo stesso fine oratore, appassionato politico, promotore di un'idea di cinema per le generazioni più giovani. Sono tante le immagini memorabili del cinema di Ettore Scola, ma l''autorialità' di questo regista va oltre le sequenze dei film più noti; sta nelle pieghe della narrazione, nelle invenzioni della messa in scena, nei collanti comuni ai suoi testi (comprese le sceneggiature per altri), nelle tracce di stile ripercorribili nella sua filmografia. E dunque il cinema di Scola, che non ha certo bisogno di rivalutazioni o di riscoperte, merita però una nuova visione, una nuova lettura. La lettura, ad esempio, da parte di una nuova generazione di studiosi che hanno in questo volume la possibilità di analizzare Scola senza preconcetti; o la rilettura da parte dei critici più 'esperti', gli specialisti del suo cinema o quelli che ne hanno indagato, con vari metodi, testi e poetiche.
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