Imagine. Utopia o nichilismo?

Imagine. Utopia o nichilismo?

La genesi di "Imagine" ha radici profonde e scava in lontananza, proiettandosi infine in un futuro indefinito. Sussurra nel vento ricordi di bombardamenti, di sogni di gloria, di teenagers e voglia di rivoluzione, di cambiamenti repentini della società e brusche sterzate, di arte di consumo che si interseca con la realtà e la rappresenta. Parla soprattutto di un uomo, che tutte queste sensazioni le sperimenta sul campo, dal vivo. Chiaramente, parlare di "Imagine" significa parlare di un mondo che sta nascendo, di tempi che stanno per cambiare e appunto cambiano, di Beatlemania, swingin' London ed età dell'oro. Ma per fare questo dobbiamo riavvolgere la pellicola, per tornare all'inizio e scoprire che i fotogrammi a colori hanno spesso subìto qualche ritocco, che alcune sequenze sono di un bianco e nero triste e oscuro e che altre sono state addirittura tagliate. Riportare il nastro sul proiettore e farlo scorrere significa, in definitiva, imprimere un significato più preciso ai versi di una canzone che oggi, ancor più di ieri, unisce e divide. Prefazione di Luca Fumagalli. Postfazione di Antonello Cresti.
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