Diario di guerra
«In questo mondo in via di smussamento, Bucchi è nato con le mani di forbice. Una condanna: come ti muovi, non puoi far altro che tagliuzzare, recidere, dividere. È un gioco spericolato, ma è bello vederlo correre a 83 anni con le forbici in mano. E infilzare i giorni, uno a uno». (dalla prefazione Giulio Armeni, Filosofia coatta) Con i suoi «tagli», le sue sforbiciate e i suoi meme (prima che si chiamassero meme) Massimo Bucchi ci sconvolge ancora e ci ricorda quanto sia inutile fare finta di niente. Perché siamo già in guerra e perché – in questa nevrotica Europa senza più freni né decenza – bisogna muoversi e fare qualcosa, prima che sia troppo tardi.
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