La vita intensa, la vita operosa

Ambientati nella Milano del dopoguerra, La vita intensa (1920) e La vita operosa (1921) sorprendono le attese del lettore già nel contrasto fra titolo e contenuto. Nel primo infatti si narrano le paradossali peripezie del protagonista attraverso appuntamenti, sigarette, bar, incontri con amici, svaghi, viaggi su mezzi pubblici, attese alla stazione... Nel secondo assistiamo invece ai fallimentari tentativi di integrazione di un letterato che, reduce dalla guerra, cerca di inserirsi nel ribollente mondo degli affari. Ma dietro le vicende dell'anti-eroe, in entrambi i romanzi si profilano, nei confronti di aspetti del sociale come il vitalismo e il consumismo, motivi critici che per la loro acutezza anticipano temi del dibattito contemporaneo. La scrittura, lucida e razionale, riesce a rendere sempre godibili gli elementi di riflessione e il generale distacco dalle forme del romanzo tradizionale che Bontempelli ( 1878-1960) andava qui sperimentando. Le novità formali, la leggerezza e l'ironia, che a tratti esplode in episodi di autentica e felice comicità, rendono questi due testi, che pure si collocano cronologicamente all'inizio della parabola creativa di Bontempelli, il momento più originale e significato della sua produzione, che si evolverà poi nelle opere da lui stesso definite con la formula "realismo magico", e che nel suo complesso (narrativa, teatro, saggi critici)ha costituito un'originale contributo al rinnovamento della cultura italiana.