Textus testis. Lingua e cultura poetica dalle origini

Textus testis. Lingua e cultura poetica dalle origini

Dai saggi qui raccolti sotto l'emblematico titolo di "Textus testis" emerge anzitutto la grande lezione di metodo di Gianfranco Folena, uno dei maestri della linguistica storica, che, quasi programmaticamente, aveva sempre dichiarato il proprio rifiuto di ogni teorizzazione astratta o generalizzante, assumendo a sistema la fedeltà a quel "tessuto di parole legate in unità contestuale di senso" che sono i testi. E proprio l'intreccio fra i singoli testi domina l'intero volume, attraversandolo come un filo rosso ininterrotto. Testi qui chiamati in causa appunto nella loro funzione di testimoni linguistici o letterari, e considerati non isolatamente e verticalmente nella prospettiva delle particolari tradizioni linguistiche e culturali nazionali, ma comparativamente e orizzontalmente in tutto il quadro europeo medievale, dall'antichità fino al Petrarca. In questo spirito Folena affronta alcuni nodi metodologici che si rivelano costitutivi della filologia e della storia della lingua italiana: anzitutto quello del significato dei primi testi romanzi, che a un'analisi comparata storico-tipologica evidenziano il segno della necessità in quello che a prima vista può sembrare il dominio del caso; e, in secondo luogo, la doppia questione dei rapporti tra filologia testuale e geolinguistica - cioè il problema della metamorfosi linguistica nel corso della trasmissione dei testi - e dei rapporti fra tradizione dei testi e storia della lingua, illustrati magistralmente in un abbozzo di storia della filologia volgare dal Poliziano al Bembo, al Borghini, alla Crusca. Parallelamente, la costituzione della lingua poetica italiana, non a caso collocata sotto il binomio di "cultura e poesia", viene analizzata a partire da alcuni momenti fondanti della nostra tradizione letteraria: le vicende del primo movimento nostrano, quello della scuola siciliana, che si apra in un orizzonte non regionale e a un livello di alta cultura laica; il trapianto linguistico dalla Sicilia alla Toscana, su basi locali municipali, con conseguente rapida formazione di koinè letterarie regionali; il nuovo sperimentalismo di Dante e Petrarca, anch'essi interpretati nel loro rapporto con la 'langue' letteraria e poetica dei secoli precedenti e contemporanea.
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